in pieno centro storico, sulla via che dal Campanile del 1600 porta al Lungomare distante non più di 25 metri, palazzo Donnamaria-Spagnuolo insiste sull’intero quartiere edificato sugli archi gotici a sesto acuto del Boccolicchio, l’originario nucleo medievale marinaro che rappresenta l’anima della città meridionale. Il palazzo è fra le poche sopravvivenze dell’impronta urbanistica sveva/angioina e dello stile gotico del 1300, come si vede dall’ampio portone a sesto acuto che ne è l'ingresso; il quartiere già con la fondazione sveva della città, alla metà del 1200, sorse come supporto alla cinta muraria che si affaccia sul lungomare; il palazzo fu in seguito, probabilmente, sede dell’Ordine Cavalieri Teutonici e poi convento monastico; a fine ottocento recuperato dall’avvocato Angelo Donnamaria e dalla consorte donna Giovannina Spagnuolo, ha rappresentato il centro delle tendenze culturali progressiste cittadine per lunghi anni.
C’era una volta…
OGGI…
a due passi dal mare, fra i tetti romantici in pieno centro storico, L’edificio è stato appena riallestito con criteri di restauro conservativo, conservando la scalinata in pietra di Trani del 1700, il portone di legno ottocentesco allocato sullo stipite gotico, l’androne che ospitava la carrozza signorile, gli archi gotici sulla scalinata, recuperando il colore bianco totale delle origini ora integrato con le luci contemporanee.
Le camere e gli appartamenti di “Palazzo Donnamaria” sono dunque perfettamente inseriti nel contesto architettonico di un edificio signorile che ha recuperato il bianco degli interni e della pietra di origine dopo esser transitato attraverso i rifacimenti settecenteschi e di fine Ottocento. Gli ambienti accoglienti, luminosi, funzionali e raccolti, da poco riallestiti all’insegna della ecosostenibilità sono arredati soprattutto con materiali d’epoca e pezzi originari recuperati; il ritorno all’uso di colori chiari e mediterranei tipici e la scelta di materiali naturali riadattati Restituiscono la vivibilità originaria delle case meridionali del dopoguerra opportunamente integrata con le comodità contemporanee. Gli ambienti di “Palazzo Donnamaria” si caratterizzano dunque per il recupero di un’atmosfera e di una abitabilità quotidiana che rifugge i modelli artificiosi della ricettività stereotipata a favore di un’ospitalità discreta che regala sapore di casa.